1996 Il Primo Concetto

Fin dal 1996, quando disegnai questo aeromobile ero solito sognare di volare attraverso l’energia degli elettroni, in altre parole pensavo alla potenza dei motori elettrici, ad una macchina con eliche che si arrampicavano nell’aria dotate di motori elettrici, era questa la mia ideale macchina volante.

A quel tempo non vi erano motori elettrici potenti e compatti, cosi come l’elettronica spinta e complessa, tuttavia molti segnali tecnologici già apparivano all’orizzonte si da quei tempi e la mia immaginazione decollava in un sogno che ancora oggi vive volando, e forse per molto tempo ancora.

   
Unità di Potenza  

Sebbene in molti pensino alle batterie come futuro sistema di alimentazione personalmente invece sono convinto che per questo ci vorrà ancora moltissimo tempo affinchè si possano ottenere batterie leggere, con una elevata densità ed in grado di ricaricarsi in tempi accettabili. Credo invece che uno sviluppo dei sistemi a celle a combustibile possa offrire maggiori possibilità per il settore aeronautico, sono speranzoso nel fatto che in un prossimo futuro si possa essere in grado di gestire l'idrogeno con sicurezza e semplicità cosi come oggi si maneggiano i carburanti; io intanto preferisco andare avanti.

L’idea originale che fin dal 1996 mi sempre accompagnato era quella di utilizzare un semplice APU (Auxiliary Power Unit); in altre parole un generatore a gas, collegato ad un dato numero di motori elettrici che funzionavano come propulsori; questo in breve!!
In realtà il progetto non è semplice cosi come sembra descritto. E' necessario sviluppare un APU con delle precise caratteristiche, una unità composta da un alternatore leggero e potente collegato ad un piccolo motore a turbina; un po di elettronica; computer; del software speciale dedicato alle funzioni della macchina e dei motori elettici compatti e potenti. Infine, un nuovo modo di concepire il cockpit, un’idea completamente rinnovata dell’aeromobile sarebbe inevitabile. Diciamo che in maniera molto basilare questi nel breve elenco dovevano essere i principali ingredienti per costruire una macchina VTOL ideale.

   

Il G150 è stato il primo di una serie di progetti che ho elaborato alla fine degli anni novanta e tutto sommato visto i tempi trovo questo prototipo ancora interessante perfino oggi. Avevo alcuni disegni conservati con relative descrizione tecniche in tutti i dettagli fatte in quel periodo, tra un volo e l'altro della mia attività di pilota di elicottero. All’epoca utilizzavo penne a biro, aerografi o altre tecniche per produrre illustrazioni o fare schemi e bozzetti dei miei progetti. Questo era l’unico modo per vedere l’idea nel suo insieme, spesso attraverso illustrazioni molto realistiche. Oggi lavoro con modellatori 3D e restaurare il vecchio G150, ricostruendolo pezzo per pezzo, anche se virtualmente è stata una esperienza per me davvero eccitante; anche perchè è l'unico modo che mi posso permettere di intravedere una reale raffigurazione di quello che avevo in mente.

Sebbene la serie CellCraft successiva è molto più avanzata, sopratutto i modelli successivi a questo quadrirotore, il G150 rimane tuttavia l'idea di base, il passo da dove tutto è venuto dopo, un progetto davvero importante per meglio comprendere il processo creativo che mi ha portato fino agli ultimi progetti come la G450 (2004); macchina più complessa ed evoluta, ma fondamentale per alimentare il mio sogno di possedere la mia “autovettura volante” ideale parcheggiata li fuori sul terrazzo di casa mia, sebbene questa ultima è una pura battuta provocatoria poichè sono esattamente dell'idea opposta e cioè che velivoli VTOL del genere richiedano licenze di volo speciali e debbano essere soggette a regolamenti di nuovo tipo e non saranno mai alla stregua di un'automobile privata.

   
Il sistema di alimentazione dell'aeromobile è denominato PA 250 o meglio l'unità APU che è il cuore della macchina. Una piccola turbina connessa ad uno speciale alternatore che produce la necessaria energia per alimentare la macchina ed i suoi otto motori, controllati da un computer: l’AFS (Automatic Flight System), sistema automatico di volo.
Sia la turbina che il generatore girano ad una velocità elevata (19000 giri/minuto, massima potenza disponibile: 255kw). L’alternatore è costruito con materiali leggeri e potenti magneti permanenti. Il guscio principale ad esempio è costruito in alluminio prefuso con struttura cava, mentre il rotore ed i cuscinetti in acciaio aeronautico. Il dispositivo poteva essere alimentato con diverse tipologie di carburanti, perfino con diesel convenzionale, bio-diesel o etanolo, questo permetteva alla macchina un ampio raggio di applicazioni oltre ad essere ambientalmente compatibile.
   
La potenza erogata dall’APU (PA 250) viene processata da uno speciale trasformatore controllato da un sistema elettronico digitale, l’EPC (Electric Power Control) controllo della potenza elettrica. Questo dispositivo provvede ad una perfetta distribuzione in uscita dell’elettricità prodotta, regolando la potenza richiesta dalla turbina a gas per compensare la domanda di potenza. In altre parole un dispositivo simile al Governor di un convenzionale elicottero ne regola il numero di giri in base alle necessità richieste dal volo. L’EPC infatti, può regolare numerose volte al secondo ogni variazione di potenza per compensare ogni eventuale perdita di energia. Questo permette oltre alla sicurezza del volo stesso un notevole risparmio di carburante.
Il sistema gestisce anche una speciale batteria agli ioni di litio, molto leggera e relativamente compatta, oltre a quattro potenti condensatori elettrolitici, che insieme assicurano circa 7 minuti di volo in condizioni di emergenza. Tale tempo è ampiamente sufficiente affinché il pilota possa atterrare al più presto possibile e con sicurezza.
Il PA 250 eroga tutta la necessaria potenza sia per il funzionamento elettronico della macchina, sia per il volo stesso, esso è la principale fonte di energia dell’aeromobile, con una produzione costante di 250 Kilowatt di potenza disponibile.
   

La Cellula

La cellula come è possible vedere, ricorda quella di un convenzionale aliante, abitacolo a singolo posto disegnato per un corpo di media statura. Ci sono pochissimi interruttori ed il singolo schermo principale funziona anche da consolle principale poiché si tratta di un touch screen (all’epoca definito con il termine di tactile dysplay). Lo schermo fornisce tutte le informazioni necessarie ed il pilota può scegliere ogni singola funzione attraverso specifiche icone presenti sul display, oppure mediante comandi vocali.
La testa del comando direzionale (cloche) è provvista di un piccolo schermo che mostra le informazioni base di volo, come frequenze radio etc.

   
In questa macchina non era stata ancora impiegata la Smart-Chair come invece accade più tardi nella serie G400 CellCraft, tuttavia l’idea di base era nella sua fase iniziale già a quel tempo. Infatti avevo già elaborato una serie di progetti sperimentali per un modo completamente nuovo di concepire l’ambiente del cockpit, grazie anche alle mie esperienze di pilota di elicotteri; attività che ha stimolato i miei progetti sin dall’inizio.
   
La cellula del G150 era costruita sostanzialmente in alluminio ed alcuni componenti in resine plastiche oggi largamente impiegate negli aeromobili moderni. Al tempo del mio progetto questi materiali erano ancora piuttosto costosi e rari, ho dunque preferito ricostruire il G150 cosi come fu concepito nel lontano 1996.
Quello di cui avevo bisogno per questa macchina era di progettare una robusta fusoliera capace di resistere alle forze giroscopiche che si generano durante la rotazione degli anelli quando si passa dalla fase di volo verticale a quella di volo traslato e viceversa; una manovra molto stressante per la cellula stessa e per le semiali.

L’aeromobile è provvisto di tre carrelli di atterraggio, due dei quali sistemati al centro della fusoliera e retrattili mentre il terzo adattato al di sotto della sezione verticale di coda.

   
   

Ali e Superfici Aerodinamiche

Il G150 era provvisto di tre sostanziali superfici aerodinamiche. Nella parte anteriore vi sono due semiali anche a sostenere i due rotori anteriori. Una seconda superfice alare unica è invece sistemata lungo la fusoliera quasi al centro di essa, si tratta di un sistema di tipo Lookeed ma funziona sia da ala principale che come stabilizzatore dinamico di volo, essa è gestita dal sistema di controllo del volo (Automatic Flight Control) lungo tutto il tempo di volo.
La terza struttura portante invece è posizionata in coda alla fusoliera, sostiene i due rotori di coda e la sua funzione aerodinamica è confinata unicamente a fungere da stabilizzatore orizzontale piuttosto che da superficie alare dinamica.

   
Le ali sono rinforzate con una speciale struttura a nido d’ape, all'interno di esse corrono i longheroni che sostengono la struttura collegata agli anelli-rotori che funzionando ovviamente anche come superfici portanti. Questa architettura permette di fabbricare una struttura alare piuttosto robusta ed al contempo leggera, capace di sopportare i momenti di torsione che si generano durante la fase di traslazione o rotazione dei rotori dal piano orizzontale al piano verticale. Poiché i rotori funzionano come degli giroscopi questi si comportano come una grossa massa in rotazione ad alta velocità producendo delle forze torcenti importanti.
Dunque la rotazione degli anelli da un piano all’altro richiede una struttura piuttosto robusta, in grado di resistere alle forze giroscopiche prodotte dai rotori stessi che agiscono a loro volta sulle ali.
 
 
 
LEGGI IL TEST DI VOLO
 
L’evoluzione della serie CellCraft; in modo particolare l’ultimo progetto del 2003, la G450, hanno cambiato radicalmente molti aspetti costruttivi sia dell’architettura delle ali, sia del completamento del restyling del cockpit in maniera molto radicale rispetto al modello originale rappresentato dal G150. Su questo sito è possibile seguire l’intera storia di questo concetto fin dallo sviluppo del DDRH, che invece si avvicinava molto di più alla struttura elicotteristica.
Il G150 era solo un progetto, il primo della sua serie, le mie idee successive subirono una evoluzione proprio da questa idea iniziale, ero sempre in cerca di una nuova strada per sviluppare l’aeromobile perfetto, capace di decollare come un elicottero e volare in quota e veloce come un aeroplano utilizzando motori elettrici ad alta efficienza e mantenere una linea elegante ed innovativa. Il cockpit è di per se l’altro lato della medaglia di questi progetti, il concetto di base è di poter gestire l’aeromobile in maniera rapida efficiente ed interattiva. Tutto quello che accaduto dopo lo raccontano la serie 400 in poi.

©Gino D'Ignazio Gizio