Nelle
macchine qui descritte le cose sono leggermente diverse, e la questione
tanto delicata chiamata EMERGENZA è stata
affrontata a lungo ed in maniera diversificata, a seconda delle
soluzioni progettuali che si sono adottate. La mia idea a questo
punto era di riunire entrambe le possibilità di manovra tipiche
delle condizioni di avaria sia degli aerei che degli elicotteri,
in altre parole di sfruttare sia la planata che in un certo senso
l'autorotazione o una specie di richiamata simile a questo concetto.
Nel
1996 con il primo progetto: il G150,
già dotato di propulsori elettrici, il migliore sistema
in
caso di piantata del PA era
quello di utilizzare un particolare accumulatore
in serie con una specie di supercondensatori elettrolitici,
per garantire un tempo operativo di volo sufficiente a compiere
una manovra di atterraggio sicura, che in media non supera i cinque
minuti. Tuttavia la durata massima energetica FullPower
del sistema di emergenza poteva garantire un tempo di volo al 100%
della capacità della batteria fino
ad un massimo tempo di erogazione incluso tra i 7 ed i 12
minuti, ovvimanete in relazione alle condizioni
disponibili in quel dato instante, come quota di volo, superficie
disponibile all'atterraggio e carico a bordo.
Nel
modello G450, e cioè FullElectric
come il suo antico precedessore monoposto, il dispositivo adottato
è esattamente uguale, tuttavia il pilota interviene in maniera
diversa a seconda che egli si trovi in volo stazionario o in volo
traslato. Nel primo caso il pilota ha sufficiente tempo per intervenire
con estrema sicurezza, poichè la distanza dal suolo gli consentirebbe
di compiere una normale manovra di atterraggio in piena sicurezza
grazie alla batteria di emergenza ELBU (Emergency Landing
Battery Unit). Infatti l'AFC è
talmente rapido che la transizione tra l'MPU ed
l'unità ELBU avverrebbe in frazioni di secondo,
e l'unica differenza percepibile da parte del pilota della differenza
di alimentazione sarebbe attraverso l'allarme sonoro e quello visivo
che lo avvertirebbe del nuovo status di potenza dandogli i tempo
necessario di effettuare un atterraggio sicuro senza problemi.
Diversamente
avverrebbe in una condizione di volo traslato, poichè egli
metterà la macchina in assetto di planata potendo sfruttare
i rotori passivamente per garantire ulteriore energia elettrica
all'unita ELBU che comunque dovrà essere sempre efficiente,
in altre parole i motori si trasformano in una sorta di generatori
e mantengono questo stato fino ad una determinata quota mentre l'aeromobile
continua il suo volo planato proprio come un aeroplano. Ad una determinata
quta di sicurezza il pilota attiverà il meccanismo di transizione
portando i ritori in posizione orizzontale i quali verranno attivati
automaticamente dall'AFC ed alimentati dalle unità ELBU procedento
ad effettuare la manovra di atterraggio verticale utilizzando la
restante energia per un atterraggio sicuro.
Nei modelli inclusi tra G412 fino alla più
moderna
G440
in generale, alla perdita di entrambi i motori
l'AFC automaticamente azionerebbe il dispositivo
di emergenza mediante un meccanismo di espulsione di due paracadute;
posizionati rispettivamente uno sul muso e l'altro in coda. I paracadute
o planatori sono controllabili attraverso il CONTROLO
D'ASSETO E DIREZIONE durante tutta la planata, proprio
come un parapendio. Il dispositivo utilizza una carica esplosiva
che ricorda leggermente lo stesso che aziona i più conosciuti
airbag automobilistici, ma la differenza sta nella
fase di esplosione per la fuoriuscita dei paracadute che verrebbero
lanciati letteralmente verso l'alto, spiegandoli nel più
breve tempo possibile. Un
dispositivo di sicurezza dovrebbe infatti consentire l'apertura
completa di entrambi i paracadute in meno di 2\3 secondi.
Il
problema è comunque stato risolto attraverso l'impiego dell'unita
ELBU che ha reso i paracadure non necessari oltremodo. Sia sulla
serie
G440
che sul più moderno G450
quattro airbag sistemati sotto ogni compressore qualora la velocità
di planata risultasse eccessiva essi verranno aperti contemporaneamente
al carrello di atterraggio, in modo da attutire l'impatto al suolo.
Una speciale valvola verrà aperta subito dopo il gonfiaggio
degli aeribag in modo tale che a contatto con il suolo gli airbag
si sgonfieranno instantaneamente così da attuire l'impatto
in modo efficace, evitando ribaltamenti salti o contraccolpi indesiderati
pericolosi per l'equipaggio che potrebbero essere provocati dalla
eccessiva pressione all'interno degli airbag.
Nessun
progetto ha senso se esso non risponde alle specifiche di sicurezza
ed è in grado di risolvere una manovra di emergenza in tutta
sicurezza e questo è il caso di tutti i miei progetti che
devono rispondere a questa esigenza imprescindibile e le unità
di emergenza ELBU risolvono la questione in maniera perfetta. |