In questa sezione: Motori a turbina; Ciclo Brayton; Turbine assiali e turbine libere; Gestione del motore a turbina; Elementi che compongono un motore a turbina; Prese d'aria. Motori a Turbina Il suono del motore a turbina è per me uno dei più eccitanti tra quelli che un elicottero produce. Essendo anche un musicista pongo grande attenzione al suono e sono capace di distinguere una macchina dall’altra, solo da suono del rotore combinato a quello delle turbine. Un motore a turbina è una macchina molto delicata e la fase di avviamento è il momento più delicato ma anche il più importante, bisogna seguire una procedura sequenziale precisa ed aprire la manetta nel momento giusto, basandosi su parametri come temperatura esterna e gradiente di umidità. Una volta iniziato il processo di avviamento motore è necessario monitorare i vari parametri, come pressione dell’olio, temperatura dei gas di scarico e numero di giri della trasmissione, fino a quando il sistema trova un suo equilibrio e si stabilizza. |
![]() |
Il motore a turbina ha una lunga e complessa storia e fino ai primi anni cinquanta non era ancora stato adottato sugli elicotteri, perché la sua architettura era ancora piuttosto primitiva ed ingombrante e dunque poco adatta al lavoro meccanico necessario a muovere un sistema complesso di trasmissione, come quello di un elicottero. Il primo elicottero della storia che impiegò un motore a turbina fu il Kaman 225 che volo nel Dicembre del 1951 alimentato da un turbo-albero Boeing 502-YT50 da 168 Kw. Si trattava di un elicottero sperimentale che aprì un varco allora impensabile per questo tipo di aeromobili, infatti la US Navy ne acquisto due esemplari per la sperimentazione, iniziando il processo di ammodernamento della tecnologia legata agli elicotteri, che così acquisirono maggiore potenza disponibile e manovrabilità impensabili fino ad allora, grazie a motori molto piccoli ed estremamente potenti anche se molto delicati. |
![]() |
Il motore
a turbina o turbo-albero di un elicottero
è molto compatto ed è progettato per essere connesso alla
trasmissione principale, che guida i rotori. La potenza erogata attraverso
le turbine viene distribuita ai rotori mediante delle scatole di riduzione
dei giri, che nei motori a turbina raggiungono velocità elevatissime.
Il vantaggio di un tale sistema di potenza è notevole su di un
elicottero, poiché se paragonato ad un motore alternativo, il
turbo albero può erogare una potenza continua molto più
elevata, con un peso, dimensioni ed una complessità molto inferiori
di un motore a pistoni. Mentre in un motore a pistoni il processo termodinamico avviene a fasi alternate, attraverso la sequenza di ASPIRAZIONE, COMPRESSIONE, COMBUSTIONE e SCARICO, in un motore a turbina il meccanismo termodinamico si sviluppa in maniera continuativa. Le trasmissioni progettate per un motore alternativo sono molto più resistenti di quelle di un motore a turbina, perché esse devono sopportare oscillazioni di potenza alternate tra le quattro fasi tipiche di un motore a pistoni. In un motore a turbina invece le cose sono in buona sostanza molto più semplici, poiché esso produce una erogazione della potenza in modo costante, non essendo mai soggetto a fasi alternate. Un motore a turbina è tuttavia molto più delicato di un motore a pistoni, esso infatti è sottoposto a temperature molto elevate ed a forze e pressioni estreme, ciò comporta infatti una progettazione accurata e materiali di elevatissima qualità che lo rendono molto costoso. Ciclo Brayton Un motore a turbina funziona secondo il ciclo Brayton, dove tutto avviene in modo circolare e costante. In un motore a pistoni il tipico rapporto di compressione è di circa 8:1 , cioè otto parti di aria ed una di carburante, mentre in un motore a turbina è molto più elevato e raggiunge un rapporto di compressione di 60:1. Il processo termodinamico in questo tipo di motore avviene attraverso un ciclo di quattro fasi, rispettivamente: COMPRESSIONE, COMBUSTIONE, ESPANSIONE, SCARICO. Durante questo ciclo il rapporto tra la Temperatura, la Pressione ed il Volume della massa d’aria impiegata è in costante variazione. La legge di Boyle e di Charles infatti stabiliscono rispettivamente che il prodotto tra il volume e la pressione di un gas, sono proporzionali alla sua temperatura assoluta e quindi che la variazione di potenziale termico - di calore insomma - è direttamente proporzionale all’energia utilizzata per riscaldarlo, oppure sottratta dal flusso del gas stesso. Le variazioni nel rapporto tra il volume e la pressione dell’aria in una turbina avvengono in tre differenti aree; vediamo come. Il diagramma in figura rappresenta le variazioni che avvengono all’interno di un motore a turbina secondo il ciclo Brayton. Nell’area A l’aria entra all’interno del compressore e viene compressa adiabaticamente; in altre parole senza scambio termico con l’ambienteb esterno. L’aria viene compressa fino al punto B dove la Pressione e la Temperatura aumentano mentre il Volume diminuisce man mano che l’aria attraversa i vari stadi del motore. Nella fase di combustione da B a C alla massa d’aria viene aggiunto il carburante, che bruciando ne aumenta la temperatura ed il volume - poiché i gas si espandono grazie all’introduzione di calore - mentre la Pressione rimane quasi costante con qualche diminuzione dovuta all’aumento delle velocità dei gas (Pressione Dinamica). |
![]() |
Dalla fase
C alla fase D i gas si espandono adiabaticamente,
attraversando la turbina che a sua volta - poiché è
collegata al compressore - lo mantiene in rotazione costingendolo
a comprimere sempre più aria attraverso il motore; in altre parole
garantendo la ciclicità del processo termodinamico. L’energia
termica viene convertita in potenza meccanica dalla turbina
che riduce la pressione, la temperatura
e la velocità del gas che l’attraversano
e questa trasformazione da fattore termico a fattore
meccanico diventa molto utile per far girare le ventole (Turbo-fan)
di un aereo o le sue eliche (Turbo-prop), oppure nel
nostro caso – molto più interessante – mettere
in moto il sistema Trasmissione-Rotore del nostro amato
elicottero. Negli aerei a reazione il motore a turbina guida un elica o una enorme ventola per fornire la spinta necessaria al volo. In un elicottero il flusso di aria calda che attraversa la turbina guida una trasmissione che muove i rotori dell’elicottero. La turbina in entrambi i casi deve anche alimentare il compressore, che serve a garantire il flusso di aria necessario per raffreddare il motore e fornire aria compressa alla camera di combustione, che riscaldata dal carburante che si espande muove a sua volta la turbina. L’energia spesa per il compressore è pari ai due terzi (2/3) di quella totale prodotta e solo il restante terzo (1/3) è la potenza utilizzata per guidare il sistema Trasmissione/rotore. Il termine
tecnico per definire correttamente un motore a turbina di un elicottero
è in inglese Gas-Producer, che in italiano tradurremo
come generatore di gas. La potenza viene misurata in SHP (Shaft
Horse Power) e cioè potenza sull’albero della
turbina. Poiché abbiamo detto che è l’espansione
termica dei gas che muovono la turbina; in altre parole maggiore è
la produzione di gas caldo maggiore è la potenza erogata dalla
turbina, è dunqur logico intuire che il concetto di questo processo,
sia direttamente in relazione con la produzione di potenza meccanica
e da qui il significato logico del termine: Gas-Producer.
Turbine Assiali e turbine Libere I motori
a turbina per elicotteri sono in buona sostanza di due tipi, essi possono
essere a turbina assiale, come il motore che viene
impiegato sui Lama o gli Aoulette,
o perfino sugli elicotteri radiocomandati a turbina, oppure i motori
a turbina libera impiegati nella stragrande maggioranza
degli elicotteri moderni. Gestione del motore a turbina Il suono di un motore a turbina è facilmente riconoscibile e nonostante i progressi più avanzati in questo settore, risulta ancora piuttosto rumoroso. In volo i motori a turbina sono meno immediati di un motore a pistoni; in altre parole sono soggetti a piccoli ritardi di regolazione dei giri, fenomeno che in inglese viene definito con il termine di response-lag, cioè ritardo nella risposta e poiché sono estremamente delicati ogni danno o cattiva gestione del motore a turbina diviene un fattore cumulativo per la sua durata. La cattiva gestione si tramuta spesso in termini economici molto costosi per garantirne la manutenzione.
Poiché le escursioni termiche e le forze in gioco che fanno funzionare
un motore a turbina sono notevoli, ogni accensione produce un inevitabile
logoramento del sistema; nel suo complesso molto più evidente
che su qualsiasi altro tipo di motore. I cicli di accensione vengono
registrati nel quaderno di manutenzione alla fine di ogni volo, perché
essi sono molto più importanti delle ore di vita totali del motore
stesso, specie per quelle macchine che volano in missioni di breve durata,
come ad esempio avviene per il soccorso aereo. Una
volta raggiunto il valore calcolato (in base a temperatura ambientale
ed umidità) il pilota apre la manetta del carburante posizionandola
nella modalità Idle. Il carburante viene così
innescato mediante un oscillatore piezoelettrico ad
alta tensione. La fiamma risultante comincia ad investire
sia la turbina di potenza che la turbina libera;
che a sua volta essendo collegata alla trasmissione avvia lentamente
il rotore principale. Il pilota oltre a monitorare gli strumenti relativi
al motore - come l’indicatore della pressione dell’olio,
quello della temperatura del N1 ed il numero di giri calcolati in percentuale
- continua a mantenere premuto il motorino dello starter
che sostiene la rotazione sempre più progressiva in constante
aumento del motore. Dopo
qualche minuto, quando tutti i valori funzionali del motore saranno
stabilmente in arco verde - cioè nei valori operativi previsti
- il pilota potrà ruotare la manetta dalla posizione Idle
(minimo) nella posizione Flight (volo)
facendo attenzione che le temperature non superino i limiti operativi.
A questo punto la macchina è pronta per il decollo! Oggi sistemi elettronici di gestione dei motori come il FADEC avviano la turbina automaticamente senza la necessità di seguire la procedura macchinosa (sebbene semplificata in questo contesto) appena descritta. Dispositivi come il FADEC facilitano il compito del pilota e rendono la procedura più sicura e più rapida, e si mostra molto utile in circostanze come il soccorso aere, dove il pilota può pianificare la nuova missione in tempi brevissimi. Uno
dei problemi più comuni di cattiva gestione dei motori a turbina
non provvisti di FADEC - come quelli che adottano
l’avviamento classico - è rappresentato dal rischio
di una accensione di tipo Hot-Start, o accensione calda.
Questo malaugurato errore o serie di eventi sgraditi possono portare
a gravi conseguenze e danni alla sua struttura del motore nel suo complesso,
poiché come sopra detto i danni prodotti su un motore a turbina
sono cumulativi nel tempo e ne riducono molto la sua
durata.
Ricordarsi di controllare che la manetta sia chiusa prima di iniziare
la procedura di avviamento, in altre parole prima di premere lo Starter,
perché questo è l’errore più diffuso tra
i piloti che iniziano a volare su macchine a turbina, sopratutto all’inizio
della loro fase di transizione. |
![]() |
Elementi che compongono un motore a turbina Gli elementi che compongono la struttura di un motore a turbina sono sostanzialmente: La Presa d’aria; Il Compressore; La Camera di Combustione; la Turbina e lo Scarico. In realtà ci sono molti più componenti in un motore a turbina, cosi come si può vedere dall'illustrazione. Normalmente i gas di scarico vengono espulsi alla fine dell’ultimo stadio delle turbine, ma nel caso dei motori più diffusi come le Allison C250 - rappresentata dall'illustrazione e dall'animazione in questo capitolo in maniera semplificata -la camera di combustione è posizionata alla fine della turbina, mentre lo scarico è situato al centro del motore. |
![]() |
Presa d’Aria La
funzione della presa d’aria oltre che permettere l’ingresso
all’aria, ha lo scopo di trasformare il flusso di questa (pressione
Dinamica) in pressione Statica prima di
essere ingerita dal compressore. Il condotto della presa d’aria
dovrebbe essere uniforme, senza irregolarità in modo che il gas
si distribuisca in maniera omogenea, senza fastidiose turbolenze. La quantità
di aria necessaria ad un motore a turbina è all’incirca dieci
volte maggiore di quella di cui ha bisogno un motore a pistoni. ©Gino D'Ignazio Gizio |