Tipologie dei Rotori In questa sezione: Rotore Articolato; Rotore Semiarticolato; Rotore Rigido; Rotore Semirigido. Gli elicotteri impiegano principalmente tre tipologie di rotori, sebbene da queste vi sono state varie evoluzioni, tuttavia la base strutturale è fondata sui Rotori Semirigidi, Rotori Articolati ed i Rotori Rigidi. Rotore articolato
Si tratta del sistema più complesso ma è anche il più
efficiente tipo di rotore. E' formato da un numero non inferiore di tre
pale che sono fornite di CERNIERE DI FLAPPEGGIO indipendenti
da quelle di BRANDEGGIO, che come abbiamo visto assorbono
sia i momenti flettenti verticali, che quelli
orizzontali che si generano sulla pala durante
la rotazione, soprattutto in fase di volo traslato. |
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Rotore semiarticolato Si tratta di un rotore dotato solo di cerniera di flappeggio, mentre il sistema di smorzamento di brandeggio è affidato in genere ad un cuscinetto elastomerico oppure alla stessa elasticità dello snodo della pala, grazie alle caratteristiche meccanico-elastiche del componente. Questo
tipo di rotore produce vibrazioni costanti, specie in effetto suolo perchè
le pale si alternano tra due momenti, uno longitudinale ed uno trasversale.
Le oscillazioni in genere sono calcolabili per due oscillazioni
per giro, per ridurre questo problema e per rendere il sistema
più stabile specie in volo stazionario furono messi a punto una
serie di dispositivi conosciuti come bilancieri, che comportandosi come
una sorta di giroscopio rendevano il rotore più stabile. |
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Rotore semiarticolato con bilanciere E’ stata la tipologia forse tra le più diffuse in macchine come il Bell 212, o i vecchi Bell 205 e Bell 204. Il primo impiego di questo tipo di rotore avvenne sul Bell 30 nella seconda metà degli anni 40. In ogni caso questo tipo di meccanismo è largamente impiegato su alcuni piccoli modelli in scala radiocomandati nella versone di stabilizzatore di tipo Hiller, e rappresentò l’alternativa da subito al rotore articolato progettato da Sykorsky sul suo VS300, sviluppato da Arthur Joung che lo inventò per la Bell Helicopter inpiegandolo per la prima volta sul modello 30.
Si trattava di una sbarra trasversale dotata di due pesi alle estremità
che provvedeva a stabilizzare il rotore sul piano orizzontale. Il bilanciere
Bell non è l’unico dispositivo conosciuto,
anche se è presente su modelli in scala radiocomandati con rotore
assiale controrotante, in genere posizionato con un angolo di circa
50-60°, sul piano di rotazione delle pale, ma altrettanto
importante e famoso è lo stabilizzatore Hiller,
che è invece dotato di piccole calettature aerodinamiche alle
estremità, oggi largamente diffuso su piccole macchine radiocomandate. |
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Rotore rigido Si
tratta del sistema più antico ed attualmente il più avanzato
tecnologicamente grazie allo sviluppo di materiali di nuova generazione,
che rendono le pale elastiche ed al contempo resistenti. Questa tipologia
di rotore è esente da cerniere di articolazione che sono sostituite
da cuscinetti elastomerici fatti di materiali compositi e gomme speciali.
In realtà questo dispositivo di smorzamento all’inizio
molto primitivo poneva delle limitazioni piuttosto importanti, in particolare
in fase di volo traslato. Se infatti il sistema fosse realmente rigido
- e cioè letteralmente legato al Mast senza
alcuna possibilità di articolare la pala in modo libero -
il volo traslato risulterebbe impossibile, come sperimentò agl
inizi dello sviluppo dell'autogiro La Cierva. |
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Come si vede dalla figura, il ROTORE RIGIDO è praticamente privo di cerniere sia di flappeggio che brandeggio, ma di piastre elastiche e pale flessibili ad alta resistenza meccanica, che sono in grado di espletare le stesse funzioni di un rotore articolato. Inoltre l’escursione del baricentro risulta più ampia, è nota infatti una variazione dell’anticipazione sul piatto oscillante dell’effetto di precessione, che è inferiore al valore che per convenzione consideriamo di 90°. I rotori di questo tipo tuttavia non sono adatti a macchine di grandi dimensioni e sono senza dubbio il sistema di articolazione ad oggi più diffuso sugli elicotteri odierni. ©Gino D'Ignazio Gizio |