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Nella
maggior parte dei casi la propulsione era prodotta da un doppio rotore
contro-rotante, ma vi erano anche sistemi a rotore intubato come nel
caso del HILLER VZ PLANE (1955). In altri
prototipi il rotore aveva una dimensione maggiore e disponeva perfino
di uno stabilizzatore orizzontale come il De Lackner DH
4 conosciuto anche come aerociclo, infatti questa macchina
possedeva un manubrio di tipo motociclistico, infine vi erano macchine
che utilizzavano un sistema di propulsione con getti alle estremità
delle pale per risolvere il problema della coppia generata dalla rotazione
di una massa " in questo caso il rotore" , prodotto tipico
delle trasmissioni meccaniche del moto sul rotore ;era il caso del Gluhareff
MEG-3X (1960). L’aspetto più interessante della piattaforma PAM è il modo in cui l’aeromobile è pilotato o se si vuole controllato. Il sistema non richiede uno speciale meccanismo di controllo come ad esempio il ciclico, necessario negli aeromobili con rotore in testa come gli elicotteri o gli autogiro, la piattaforma si muove in maniera spontanea semplicemente inclinando il corpo nella direzione desiderata, questo produce un momento, che come risultato sbilancia l’assetto dell’aeromobile in una data direzione, ed il resto viene prodotto dalla spinta del rotore che produrrà come combinazione ed effetto il movimento traslato nella direzione desiderata che sarà il prodotto della risultante. Se si preferisce è come andare in moto, il pilota inclina semplicemente il proprio busto nella direzione desiderata e la moto risponde assumendo lo stesso assetto. La piattaforma è in sostanza una sorta di moto volante, per controllare l’assetto il pilota deve mantenere una posizione centrale . Il controllo della potenza avviene attraverso un joystick che modifica l’angolo di attacco collettivo dei due rotori per permetterne il decollo. Attualmente numerosi vantaggi tecnologici sono favorevoli per lo sviluppo di un tale tipo di macchina, il primo aspetto è dato dal largo assortimento di materiali di nuova generazione, cioè leggeri e resistenti al contempo , il secondo punto è caratterizzato dalla larga diffusione e sviluppo esponenziale delle tecnologie elettroniche, che permettono di ottenere prestazioni straordinarie con un buon livello di efficienza ai sistemi applicati. Al momento la piattaforma PAM vola con due motori alternativi tuttavia il gruppo sta iniziando la sperimentazione di un prototipo biturbina , versione che ho scelto come sistema da sviluppare in forma di progetto commerciale, dopotutto i motori a turbina sono leggeri, di piccole dimensione e capaci di produrre potenze maggiori rispetto ai motori alternativi. La PAM GROUP ha dichiarato che la piattaforma al momento non è in grado di superare un’altitudine dal livello del mare superiore ai 30-40 metri , tuttavia come di frequente accade , le tecnologie offrono sempre una maggiore opportunità per migliorare gli aspetti tecnici di ogni invenzione ,inoltre il lavoro costante del capo ingegneri Bob Pegg riuscirà sicuramente ad ottenere risultati e prestazioni migliori aumentando la capacità operativa della piattaforma, dopotutto la versione biturbina non ha ancora iniziato i voli sperimentali , a noi piace pensare di riuscire a produrre uno dei più importanti strumenti di sicurezza dei prossimi anni, per migliorare la nostra vita quotidiana. ALPHA La
versione ALPHA (2003) ha richiesto
un attento studio iniziando da ogni singolo aspetto architettonico dell'aeromobile,
in modo da formulare un immagine finale per un prototipo futuro. Per poter
iniziale la progettazione è necessario condurre una accurata ricerca
storica, questa tipologia di aeromobili è davvero interessante,
le dimenzioni, la semplicità e le singolari caratteristiche confermano
che l'idea è potenzialmente applicabile in molti contesti. |
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Come
è possibile notare è stato necessario dapprima coprire i
rotori, essi sono la principale forza propulsiva, ma questo risulta anche
relativamente pericoloso perchè situati al di sotto del piano del
pilota. In caso di operazione di salvataggio la missione potrebbe rivelarsi alquanto difficile senza una copertura delle "lame rotanti", cosi ho disegnato questa struttura a campana, piuttosto leggera perchè fabricata in materiale composito. Il telaio è costruito in alluminio ed acciaio aeronautico; ho inoltre mantenuto un tipo di pattino elicotteristico, in modo tale che il pilota ed eventuali passeggeri in caso di emergenza possano facilmente accedere alla base di sostegno. Tra le versioni disponibili ho disegnato anche una macchina provvista di carrelli di atterraggio , con quattro piccole ruote aventi un angolo di 45° per mantenere una stabilità al parcheggio come il leggendario elicottero WASP Inglese. Le ruote sono orientabili a piacimento e possono muovere la piattaforma al suolo mediante dei motori elettrici interni come per i CELL CRAFT©. |
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BETA Ho
iniziato a studiare un proprotipo più realistico in accordo con
le esigenze dell'azienza. Subito dopo la versione ALPHA,
ho concepito una macchina più ragionevole: la versione BETA
(2005). Per quanto riguarda le prospettive progettuali,
non ci sono molte cose da dire nel caso di questa versione in quanto non
avevo alcuna libertà di azione nelle modifiche strutturali telaio
originale. |
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Ho
disegnato dei contenitori ad uovo che coprono entrambi i motori fornendo
al contempo lo spazio necessario per l'accesso alla cabina, questi volumi
sono facilmente rimovibili per la manutenzione. Il piano che sostiene
la cabina cosi come i vani delle due microturbine, può contenere
i sistemi basilari, ed è costituito da una superficie con profilo
alare fissato al telaio principale attraverso pochi perni autobloccanti,
esso è in buona sostanza costruito in materie plastico. Per proteggere
il pilota dall'ambiente esterno, un cabina leggerissima alta
2.06m fissata al telaio principale e coperta con una
cappottina in plexiglass trasparente, è in grado di garantire oltre
alla sicurezza stessa un confort per il pilota, protegendolo dalla polvere
o da oggetti sollevati dal propulsore durante il volo in effetto suolo
. Infine sia davanti che dietro due piccoli vani protettivi isolano i
serbatoi e gli apparati necessari al corretto funzionamento della piattaforma. |
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UN sistema di stabilizazione aerodinamico super leggero risulta necessario anche per la bassa velocità di corciera. Circa i sistemi di controllo, vi è un piccolo pannello con gli indicatori indispensabili per la conduzione della macchina, come una coppia di indicatori di TOT, una coppia di indicatori di RPM, entrambi relativi alle funzioni principali delle turbine, inoltre un doppio contagiri per rotori/trasmissione, ed un indicatore di coppia (TORQUE). Altri indicatori sono relativi allo stato delle batterie, ed alle frequenze radio. Un joystick che controlla sia la potenza che l'imbardata, contiene sulla testa una coppia di interruttori per l'avviamento; una coppia per lo spegnimento; ed una coppia per il trimmaggio dei motori. Il controllo della direzione invece non avviene più come nel modello ALFA ma agendo direttamente su di un sistema di ripartizione collettiva dei due rotori simile al dispositivo utilizzato sugli elicotteri KAMOV, infine sul lato sinistro una semplice maniglia garantisce l'appiglio durante il volo. DELTA Nella versione Delta (2005) la missione è stata più semplice perchè avevo piena libertà progettuale, così ho iniziato ad apporre quelle modifiche che ritenevo essenziali per migliorare le caratteristiche funzionali della macchina. Per prima cosa ho ruotato entrambi i motori di 90° portandoli sull’asse longitudinale, abbassandoli successivamente al di sotto del piano del pilota. In questo modo le turbine sono collegate direttamente alla trasmissione attraverso la frizione centrifuga, eliminando le cinghie della versione BETA. |
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In
entrambi i casi o in qualunque altra versione il fulcro del sistema è
sempre il pilota che la utilizza, questi è dunque il punto essenziale
di partenza del progetto, entrando in gioco subito dopo l’idea concettuale,
quando cioè la macchina comincia a prendere forma intorno al corpo.
Allo stesso tempo si dovrebbe pensare alle prospettive industriali, stabilire
il tipo di obbiettivo commerciale, per esempio quante versioni sono potenzialmente
sviluppabili, etc. La sicurezza deve essere una costante, cosi pure l’ergonomia
per poter bene interfacciare il pilota con la macchina. L’utente
dovrebbe trovare la macchina facile nell’utilizzo, ed ogni singolo
dettaglio risulta importante. La piattaforma libera da ostacoli sul piano
consente al pilota un accesso facile al cockpit cosi come una rapida via
di fuga, sarà possibile sistemare dei contenitori, ed in caso di
operazioni di salvataggio potranno essere caricate a bordo due persone,
una per lato, oltre ad altre possibilità ( la versione
antincendio dimostra questo principio). Ciò che risulta
altrettanto importante è che le turbine si trovino in una posizione
sicura; nascoste al pilota, che in caso di incidente potrebbe essere coinvolto
dal potenziale pericolo dei motori, come nella versione BETA. |
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Entrambi
i motori hanno un facile accesso per la manutenzione, inoltre ho dovuto
ruotare l’asse delle turbine di 180°
per deviare i gas di scarico verso l’alto allontanandoli dai rotori
principali o da parti delicate. Le turbine sono protette da due scocche
ribaltabili rispettivamente avanti ed indietro, di cui l’anteriore
provvista di un faro di atterraggio utile in condizioni di scarsa visibilità. Ho incontrato non pochi problemi per poter posizionare i motori sull'asse longitudinale, uno dei più importanti era l’estrema vicinanza delle turbine con il rotore superiore che sebbene le pale siano totalmente rigide in caso di forte flappeggio di una sola pala, sarebbero state colpite con danni piuttosto seri, sia al motore sia all’intera piattaforma, cosi ho allungato leggermente l’altezza dei pattini e la lunghezza dell’albero rotore. |
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In
conseguenza di queste modifiche entrambi i serbatoi sono stati posizionati
lateralmente, rispettivamente su ogni lato, per il riempimento basterà
alzare il coperchio laterale rivestito. In questo modo i serbatoi risultano
completamente nascosti ed isolati dall’esterno. Il tutto è
coperto da una elegante piattaforma a profilo alare capace di contenere
apparecchiature e sistemi vitali per il funzionamento della macchina
stessa, ulteriore spazio risulta disponibile all’interno dei due
vani motore, che includono anche le due batterie di servizio. |
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Una
delle applicazioni più interessanti potenzialmente commerciali
impiegabili ad uso civile è certamente la versione antincendio.
Questa nella foto è denominata come DELTAF2
ed è sostanzialmente una variazione della versione
DELTA. Questa
macchina è leggermente più alta della Delta base,
ed i cannoni ad acqua possono essere controllati attraverso un dispositivo
all’interno del cockpit posto sul lato sinistro del pannello. |
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Sulla
parte anteriore sono facilmente visibili i due cannoni ad impulso per
l’espulsione di acqua o di schiumogeno, inoltre quattro serbatoi
laterali , due per lati di cui gli anteriori leggermente più piccoli,
garantiscono un’autonomia operativa accettabile.
I compressori sono alimentati da un generatore ausiliario che produce l’energia necessaria a far funzionare i cannoni. Questi due elementi possono essere posizionati al di sotto della piattaforma e perfino utilizzare il vano motore. In proposito ho prodotto un paio di immagini per meglio dimostrare l’utilità di un tale aeromobile. Il potenziale della DELTAF2 come velivolo della PAM GROUP è senza dubbio una straordinaria idea. Si pensi agli elicotteri, nessuna macchina sarebbe in grado di avvicinarsi cosi tanto ad un edificio per soffocare un incendio. Immagino una piattaforma in servizio nei maggiori aeroporti, che sia pilotata o radio controolata a distanza in servizio nei porti, ma anche sulle piattaforme petrolifere ed in altri mille impieghi. Delta SF è la versione marina della piattaforma volante equipaggiata con due galleggianti, molto versatile e facilmente impiegabile in non meno importanti compiti come quelli indirizzati al servizio di GUARDIA COSTIERA o alla sorveglianza d'aree marine. |
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Il velivolo è davvero versatile, è capace di raggiungere qualsiasi imbarcazione non troppo lontana dalla linea costiera sia per operazioni di controllo che di salvataggio. Questa versione deriva in sostanza dalla base DELTA, ed entrambi i galleggianti possono essere sostituiti semplicemente rimuovendo i due bulloni sul connettore dello scarpone. I galleggianti sono costruiti in gomma nera appositamente trattata per condizioni marine, inoltre l'area galleggiante è protetta da un guscio in plastica a sua volta provvisto di pedana metallica che protegge il pneumatico dall'usura. In fine tutta la struttura galleggiante non supera in totale i 40 kg di peso. Vi sono diverse versioni di questo velivolo una di esse disponibile con porte laterali trasparenti per applicazioni in climi freddi e sostegni esterni per accogliere altri due componenti di equipaggio per impieghi civili come le emergenze sul territorio. Suggeriamo una versione "dottori volanti" in cui un equipaggio medico di soccorso sia in grado di raggiungere in breve tempo aree a bassa accessibilità per prestare i primi soccorsi a pazienti che necessitino di immediato aiuto. Questa versione della piattaforma può essere impiegata con successo anche come mezzo operativo o di osservazione a bordo di imbarcazioni o di piattaforme off-shore a costo contenuto facendo la differenza tra il movimento marino e aereo. La versione Delta SK è un progetto unico nel suo genere ed è stata disegnata unicamente per condizioni climatiche in cui le temperature sono spesso sotto lo 0° C, essa potrebbe essere largamente e con successo essere impiegata in questo tipo di ambienti ostili dove un velivolo di questo tipo potrà essere di particolare utilità per applicazioni civili e di assistenza. La mia attenzione è rivolta a quei paesi come la Finlandia ad esempio dove la natura del territorio cosi come il clima mantiene la maggior parte degli abitanti isolati specie nella stagione invernale dal resto delle comunità per lunghi periodi, infatti le principali vie di comunicazione sono completamente coperte da neve e ghiaccio che riducono le possibilità di trasporto e collegamento a volte rendendo impossibile anche piccoli spostamenti. Il territorio Finlandese offre un interessante prospettiva per questi velivoli, vi sono vaste pianure e valli ad una accettabile altitudine adatte alle prestazioni della macchina che non è progettata per alte quote ma solo per scavalcare ostacoli aerei a muoversi in prossimità del suolo. |
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La
mia ricerca ovviamente è principalmente indirizzata per operazioni
di assitenza e salvataggio, tuttavia si può immaginare l’uso
di un tale mezzo per la manutenzione e sorveglianza delle tubature ad
esempio in aree come quelle dell’ALASKA
dove vaste aree rimangono spesso inaccessibili. L’aeromobile si comporta come una moto volante e dunque l’indirizzo ad operazioni mediche di emergenza sarebbe l’eccellenza per un perfetto impiego delle proprietà del velivolo che potremmo battezzare “MEDICO VOLANTE”. |
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Si
può immaginare una unità equipaggiata con attrezzature mediche
di assistenza e medicinali di sostegno, un vero e proprio medico volante
;è facile intuire che una tale mobilità porterebbe da villaggio
a villaggio con la massima rapidità ed efficienza ad un costo relativamente
accettabile dei grossi benefici con un medico a bordo che raggiungere
comunità completamente isolate tra loro in breve tempo.
Per poter adattare l’aeromobile ad un tale compito alcune modifiche sono state necessarie rispetto alla versione DELTA originale, la più evidente è senza dubbio il sistema di atterraggio che si adatta al manto nevoso permettendo un sicuro ancoraggio e stabilità al suolo. Il pilota deve essere protetto dalle basse temperature esterne dalla neve dal ghiaccio e dalla pioggia gelida, per questo si sono aggiunte due portiere laterali trasparenti ed un sistema di termoregolazione interna. All’esterno quattro contenitori rigidi termo-isolati conterrebbero la strumentazione di assistenza medica i medicinali e tutto il necessario per intereventi di emergenza perfino intensivi per tutte quelle circostanze anche imprevedibili inclusa l’assistenza a distanza. Dato che che il livello di luce solare è piuttosto basso a queste latitudini alcune luci esterne devono essere aggiunte sul lato anteriore della cabina , cosi pure modificare le luci di posizione con un raggio di visibilità più ampio, in tal modo l’aeromobile sarebbe chiaramente visibile in qualunque condizione, il color fiamma del velivolo sarà chiaramente visibile anche a notevole distanza. Alcuni
aspetti importanti della piattaforma disengata per la PAM
richiedono una ulteriore analisi in modo da rendere completo il mio lavoro
sul progetto almeno in ogni singolo dettaglio che è stato accuratamente
studiato tenendo in considerazione la mia esperienza sia come pilota che
come designer industriale. Il controllo della potenza che provvedere al sollevamento della macchina attraverso l’azione sui due principali rotori contro-rotanti avviene variando l’angolo di attacco collettivamente delle pale, mentre per poter controllare sia la direzione che la velocità il pilota deve inclinare il busto superiore del corpo nella direzione desiderata producendo un momento che abbia un considerevole effetto sulla stabilità della piattaforma inclinandola nella direzione desiderata ad una data velocità proporzionale al braccio prodotto dall’inclinazione del corpo su di essa. Per
fare ciò efficacemente il pilota deve contare su tre fondamentali
punti di appoggio da dove muovere il corpo, questi sono i piedi che debbono
essere saldamente ancorati al pavimento, la mano destra e la mano sinistra
anch’esse assicurate alla piattaforma, ma con possibilità
di controllo ed accesso ai comandi di volo come il dispositivo di variazione
della POTENZA o COLLETTIVO
ed il CONTROLLO di DIREZIONE. Il controllo del Collettivo avviene ruotando un senso orario o antiorario a seconda che si voglia incrementare o ridurre l’angolo di attacco delle pale dei due rotori coassali, e quindi variando la spinta che questi producono facendo volare la macchina. |
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In seguito al progetto PAM sviluppai una versione personale più avanzata basata sullo stesso meccanismo ma con rotore ed architettura più compatte ed un impiego di elettronica e sistemi di sicurezza più avanzati, il progetto fu chiamato F-Vespa dal quale altre due varianti furono ricavate negli anni successivi, di cui una a controllo remoto. Il
controllo del collettivo sulla F-Vespa avveniva attraverso una piccola
leva che manteneva l'ultima posizione assegnata dal pilota, inoltre inoltre
un sistema di stabilità dinamica consentiva di mantenere la piattaforma
perfettamente sul piano orizzontale utilizzando un posizionatore GPS. Non sono in gradi di prevedere il futuro per questo tipo di macchine, ma è probabile che in seguito ai miei progetti qualcun'altro verrà stimolato come già è accaduto nel proseguire su questa o altre idee. ©Gino D'Ignazio Gizio |