Magneto Da
qualche anno siamo attraversati da un fenomeno industriale di una gravità
forse imprevedibile per lo sviluppo che avrà tra meno di un decennio,
conosciuto come crisi dell’auto. Alcuni dei più importanti
produttori di automobili stanno attraversano momenti di profondo stallo
e depressione industriale sempre più gravi. La FIAT
ad esempio non riesce a stabilizzarsi e sta per essere assorbita dalla
Chrysler o viceversa, ma che paradossalmente non riesce
ad emergere con nuove tecnologie ma solo attraverso la produzione di
auto convenzionali piuttosto che ibride o elettriche che sembrano invece
non rientrare nella politica dell'azienda. |
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Il
mercato verrà sostituito da prodotti asiatici a basso costo, di
vetturette usa e getta, di prodotti di massa che non risponderanno comunque
ad esigenze di cambiamento ed innovazione necessarie per proseguire su
questo piano industriale e questo finirà per danneggiare perfino
quelli che ora consideriamo giganti di questo settore, che appartiene
come primato al momento ai tedeschi con i loro prodotti pieni di bellezza
e tecnologia, purtuttavia anche loro latitanti da grandi innovazioni tecnologiche;
almeno fino ad ora come verrà descritto in avanti e forse non più
competitivi a meno che non comincino anche loro a pensare alle auto ibrido
e perfino elettriche. E'
necessario rimettere in discussione il proprio patrimonio industriale
sopratutto in questo settore, forse le varie fasi di crisi industriale
li stimoleranno a guardare verso altri orizzonti, cosa che gli italiani
forse non faranno facilmente per il nostro tendeziale conservatorismo.
Gli analisti pongono sul tavolo numeorse questioni traslasciando quelle
davvero importanti. Sembra un gioco indirizzato alla fantasia più
demenziale pur di trovare una giustificazione alle proprie "ragioni",
al loro fallimento, al cover-up dettato dalle industrie petrolifere; perché
sono queste che influenzano ancora con forza e potere il mercato dell’auto
fino a condizionarne l’architettura e la tecnologia, influenzandone
molti aspetti specie per quanto riguarda l’architettura dei motori. |
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Le
soluzioni ci sono, è sono facilmente ottenibili per arrivare a
consumare quantitativi di carburante che oggi ci sembrerebbero ridicole
e che ristabilirebbero considerevolmente il valore di acquisto del petrolio
con consumi bassissimi, inquinamento radicalmente ridotto ed impatto tecnologico
piuttosto importante. Ci sono alcune case costruttrici che stanno già
da qualche anno sperimentando formule che promuovono come interessanti,
tuttavia l’industria non sembra essere “pronta” o volenterosa
nel considerarle produttive “commercialmente”. Basterebbe
coraggio ed intelligenza ben miscelati con proporzioni a metà "strada"
e si sarebbe in grado di cambiare in buona sostanza il sistema dei trasporti
in attesa di tecnologie full-electric davvero convenienti. |
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Architettura e rendimento del motore endotermico Da
diversi anni mi dedico a progetti ibridi sia di mezzi aerei, come i velivoli
CellCraft, sia di qualche veicolo stradale come una serie
di automobili, ultima delle quali è più evoluta: la MAGNETO,
combinazione tra tecnologia e stile classico. Nonostante
siano passati più di cento anni dall’invenzione della prima
automobile, la sua struttura di base non è di molto mutata, poche
le modifiche sostanziali ma solo attraverso un forte impiego sempre più
importante di elettronica. |
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Dunque
il potenziale termico speso per muovere il pistone e gli altri meccanismi
viene perduto in una considerevole percentuale. Il motore stesso infatti
si comporta come una sorta di stufa e deve essere perfino raffreddato
a sua volta, per non essere danneggiato dalle alte temperature che si
sviluppano al suo interno attraverso il processo di combustione, che sviluppa
temperature elevate in cambio di una manciata di energia meccanica. |
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I motori a combustione interna sono complessi e pesanti, richiedono una accurata manutenzione ed hanno bisogno di liquidi aggiuntivi, come acqua di raffreddamento, olii lubrificanti e di meccanismi appositi a metterli in circolazione. Questi sistemi assorbono a loro volta una parte di energia che lo stesso motore produce per alimentare questi dispositivi meccanici, oltre ad aumentarne la propria complessità ed il peso. Se a questo si aggiungono gli organi di trasmissione - pesanti meccanismi che distribuiscono la potenza alle ruote – che assorbono da soli il trenta per cento di energia prodotta, con conseguente perdita di potenza e sempre più basso rendimento totale, si può facilmente immaginare alla quantità di energia potenziale sprecata. Una
analisi pratica ci farà capire quanto è inefficiente il
sistema motore-trasmission che ancora oggi adottiamo, oltre allo scarso
rendimento del motore endotermico. Per un singolo litro di carburante
poco più del settanta per cento in forma di energia termica viene
sfortunatamente dissipato in calore da dover essere dissipato attraverso
meccanismi di raffreddamento del motore. Il motore endotermico infatti
può seriamente essere danneggiato se si sviluppano temperature
al di sopra dei 110 gradi centigradi, poiché il
circuito di raffreddamento ad acqua non risulta più efficiente.
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Il
motore elettrico è invece il migliore dei meccanismi di propulsione,
a parità di energia assorbita ne restituisce un considerevole ammontare
alla macchina, pari all’90%, nel peggiore dei casi,
il restante 10% o poco meno è calore disperso,
quindi energia non utilizzata e questo nei motori elettrici convenzionali.
Se si parla di motori di nuova generazione o perfino dotati di super conduttori,
cuscinetti a bassissimo attrito etc, allora la percentuale cresce fino
al 98,7% e oltre, con una perdita minima accettabile
di energia che può essere comunque recuperata attraverso dispositivi
come ad esempio le celle di Peltier. |
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Ibrido
Parallelo
Nella seconda metà degli anni novanta inizialmente in piccoli numeri la produzione di automobili ibride, oggi invece tanto popolari che da alcuni anni trovano sempre più spazio nel mercato automobilistico; si tratta purtuttavia di un sistema non ancora del tutto efficiente. Il sistema che viene adottato infatti non fornisce un sostanziale risparmio energetico, ma piuttosto una sensibile diminuzione del consumo di carburante. L’ibrido è tuttavia un idea eccellente se però elaborata in maniera diversa da quello che al momento offre il mercato dell'automobile, fatta eccezione per una sola vettura americana, la Chevrolet Volt, ed un prototipo svedese fabbricato dalla Volvo solo in veste sperimentale, che invece cavalcano la vera onda dell’innovazione in questo senso, ma che purtroppo non riescono ancora a trovare il loro mercato per i motivi di cui sopra. |
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Il
sistema ibrido più conosciuto, e cioè di tipo parallelo
ed è in buona sostanza composto da un motore a combustione interna
convenzionale, collegato ad una trasmissione che a sua volta è
dotata di un piccolo motore elettrico. L’automobile si muove in
buona parte attraverso l’azione del motore a combustione che in
alcuni casi viene disinserito o accoppiato in sincrono al motore elettrico
durante il moto, per ridurre sensibilmente i consumi o migliorarne alcune
prestazioni. Entrambi questi sistemi sono conosciuti come ibridi in parallelo; cioè sia il motore a combustione che quello elettrico sono entrambi collegati ad una pesante trasmissione e sono limitati esclusivamente nel funzionamento; il consumo di questi sistemi è più basso di quelli convenzionali ma non particolarmente eccezionale. Le prime automobili costruite furono elettriche! Thomas Parker fu l’inventore di questo tipo di vettura, Ferdinand Porche invece uno dei primi a produrre una vettura elettrica. Più tardi però i motori elettrici furono sostituiti da quelli a combustione, poiché il petrolio venne scoperto ed estratto in grandi quantità, permettendo alle automobili di percorrere lunghe distanze largamente maggiori rispetto a quelle dei motori elettrici, grazie all’introduzione del motore a combustione, endotermico. Non era necessario attendere tempi di ricarica elevati degli accumulatori e si poteva disporre del veicolo in qualsiasi momento e per una durata di marcia imprevedibile. Oggi come ieri in un certo senso il passaggio al full-electric sembra ancora piuttosto lontano, sia per alcune ragioni tecnologiche, sia per evidenti motivi politico-economici. Prima di allora il processo di transizione avverrà forse progressivamente attraverso il metodo ibrido, che accompagnerà il processo tecnologico in maniera più progressiva fino a un cambio definitivo dell’architettura delle automobili del prossimo futuro. L’idea di fondo del sistema ibrido è quella di mettere d’accordo le due dimensioni tecnologiche, unicamente per “ridurre i consumi” ed evidentemente stimolare lo sviluppo di nuove tecnologie, anche se è ancora il mercato petrolifero ad imporre le regole di base, piuttosto che sviluppare le reali possibilità tecnologiche disponibili. |
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Ibrido
Seriale
Esiste un secondo sistema ibrido, conosciuto come SERIALE, la Volvo, e la Chevrolet – lavorano da tempo a questa soluzione, quest’ultima ha già immesso sul mercato una vettura di questo tipo già da qualche anno conosciuta con il nome di VOLT, che viene commercializzata in Europa attraverso la OPEL con il nome di AMPERE. Purtroppo alcuni incendi misteriosi avvenuti su queste vetture ne hanno rallentato la commercializzazione per qualche tempo, si tratta molto probabilmente di sabotaggi intenzionali, poiché i prototipi hanno superato tutti i test richiesti; incluso quelli relativi ai consumi, che si sono rivelati interessantissimi. Il sistema seriale, quello che adottano queste vetture cosi come la MAGNETO è sicuramente il più efficiente dal punto di vista termodinamico ed ora vedremo perché. Una
vettura di questo tipo come la Magneto utilizza un motore
a combustione a controllo elettronico, ma collegato solo ad un generatore
elettrico, poiché non esiste trasmissione in questo tipo di veicolo.
La trazione è affidata a quattro motori elettrici, ognuno dei quali
sistemati in ognuna delle ruote generando il moto rotatorio degli pneumatici.
Una
vettura del genere dunque utilizza il motore a combustione unicamente
per produrre l’energia elettrica necessaria a caricare le batterie
(MAGNETO) o per alimentare i motori elettrici per lunghi
percorsi che verrà disinserito da un computer che ne gestisce il
funzionamento a seconda delle esigenze richieste. |
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Tecnologia
della Magneto
La
MAGNETO si basa su questo principio: E’ dotata
di quattro motori ad induzione brush-less (senza spazzole) a
tre fasi controllati elettronicamente da un sistema digitale, ognuno innestato
in una ruota. Le ruote sono tutte sterzanti; anche quelle posteriori ma
con un raggio non superore agli 8 gradi, che ne aumentano
l’efficienza e la manovrabilità in qualsiasi condizione.
Il
calore in eccesso prodotto viene riutilizzato ed assorbito dai sistemi
elettronici di bordo come le celle di Peltier, che trasformano
la differenza termica tra l’area calda e quella fredda in energia
elettrica. La macchina è dotata di un dispositivo di recupero dell’energia
cinetica durante la frenata o la corsa a folle, quando cioè il
pilota non immette energia sui motori, inoltre un pannello solare posto
sul tetto contribuisce ad una percentuale di carica delle batterie o in
alternativa ad alimentare i sistemi di condizionamento della vettura da
fermo. La novità di questa vettura però è anche in un altro dispositivo di ricarica. Nella parte anteriore vi è un motore di Pendelev o generatore magnetico che da il nome alla vettura. Si tratta di un meccanismo che funziona sul principio della repulsione dei magneti che si allontanano se avvicinati nel senso di uguale polarità. E’ noto infatti che due cariche aventi opposta polarità si attraggono, mentre le stesse aventi polarità uguale si respingono. Questo principio viene utilizzato in una delle invenzioni tra le più interessanti dello scorso secolo: Il motore magnetico o motore di Pendelev. Il
generatore magnetico – nel nostro caso
- è costituito da uno statore (un cilindro fisso)
all’interno del quale a raggiera e con un angolo preciso, sono sistemati
dei magneti potentissimi tutti orientati con la stessa polarità
verso la cavità di questo. Architettura
della Magneto
La struttura costruttiva della macchina impiega lamiere di alluminio in buona parte riciclato, con plastiche e metalli particolarmente leggeri e resistenti che rinforzano la scocca e sostengono la meccanica. Il baricentro è piuttosto ribassato per migliorare la stabilità su strada e questo grazie anche a degli ammortizzatori dinamici montati sul telaio, con bracci che ricordano il corrispettivo sistema impiegato nelle vetture di formula uno. L’abitacolo è ampio, non contiene leve o pulsanti ma solo touch-pad e touch screen, che assolvono alle stesse funzioni di una normale plancia. Il display principale ad esempio è sistemato al centro del volante e fornisce la visualizzazione di tutte le informazioni relative al funzionamento della vettura, inoltre parte delle informazioni di bordo vengono proiettate sul lunotto termico dotato a sua volta di sottili celle solari quasi invisibili. Queste ultime alimentano i vetri capaci di raccogliere il calore esterno o di raffreddare l’abitacolo della vettura a seconda delle condizioni ambientali. Lo sterzo è dotato di un dispositivo: finger ID, che permette al guidatore di essere riconosciuto dalla vettura, oltre ad impostare le condizioni abitudinarie di questi come posizione e pressione pneumatica della poltrona, etc. La poltroncina è pneumatica e deriva da quelle progettate per i CellCraft 400, cosi come altri componenti che provengono dallo sviluppo aeronautico a cui lavoro da alcuni anni. il mio vuole essere solo un capriccio stilistico infatti la forma della vettura che le automobili degli anni cinquanta, bombate e sinuose ma al contempo con una logica che si sposa con il moderno. Trovo infatti come designer industriale che una buona combinazione tra una forma classica ed una idea moderna produca in genere o quasi sempre un capolavoro, non a caso molte case automobilistiche fanno operazioni di re-styling su alcune vetture del passato. |
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La MAGNETO cosi
come gli altri progetti prodotti derivati dal settore aeronautico, contiene
una ampia piattaforma elettronica sviluppata nel corso degli anni e che
va sempre più evolvendosi. L’illuminazione delle fanalerie
a Led ad alta intensità, oppure le portiere laterali sono dotate
di bande antiurto e di sistema di impatto ad assorbimento pneumatico,
qualcosa che somiglia molto ad un convenzionale airbag. Esse possono essere
aperte o chiuse attraverso comandi vocali o con l’azione sul touch-pad
inserito al lato di ognuna di esse, o infine aperte a distanza.
Le funzioni principali della vettura come l’accensione, possono essere attivate attraverso operazioni dirette sul display centrale oppure intervenendo su quello laterale di plancia o infine mediante comandi vocali. La vettura può essere estesa e personalizzata attraverso numerosi aspetti, ad esempio programmando ulteriori funzioni vocali rendendo la macchina unica dal punto di vista di interazione con il pilota ed il passeggero. Molte altre sono le innovazioni inserite in questa automobile, tuttavia il concetto più importante è relativo al consumo ed al risparmio energetico, proprio grazie ad un sistema ibrido-parallelo che mi ha permesso di calcolare consumi dell’ordine dei 60 chilometri al litro, con velocità massima vicina ai 240 chilometri circa, ed accelerazioni mozzafiato. Questa è una vettura visibilmente sportiva, ma la stessa tecnologia può essere applicata su qualsiasi architettura possibile ridisegnando perfino la forma di base o ristabilendo lo spazio interno ed esterno. L’industria automobilistica dovrebbe sviluppare prototipi del genere per ricavarne know-how fino all’immissione sul mercato di prodotti davvero nuovi ed innovativi, sia dal punto di vista ambientale sia economico ed altamente tecnologici. In buona sostanza nuovi! Questa potrebbe essere una interessante risposta alla soluzione della crisi automobilistica, ma sembra che interessi maggiori impediscano l’immissione sul mercato di vetture con una tale tecnologia. |
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I miei progetti sono puri esercizi creativi indirizzati ad idee assolutamente realizzabili, mi ritengo un ingegnere hobbista e preferisco sviluppare concetti sostenibili piuttosto che utopiche o assurde rappresentazioni del futuro. Amo pensare a cose che si possano realmente fare piuttosto che fantasticare su progetti irrealizzabili, sebbene in alcuni casi concedo alla fantasia più estrema una certa percentuale di volume creativo, tuttavia il mio interesse principale è la realizzabilità di un progetto, sia esso possibile oggi o piuttosto domani tenendo conto delle tecnologie disponibili al momento o quelle in via di sviluppo nel prossimo futuro. Quello a cui sono interessato è certo il futuro ma anche la bellezza l’arte in armonia con la funzionalità, l’utilità pratica soprattutto ecologica o a basso impatto ambientale e soprattutto un progetto che abbia senso logico. Il mercato internazionale non permette lo sviluppo
di moltissime tecnologie già acquisite o largamente sperimentate
e questo unicamente per scopi commerciali e strategici, legati soprattutto
alla vendita di combustibili fossili.
In futuro l’idea di utilizzare combustibile per alimentare le nostre macchine apparirà come un’assurdità pericolosa ed inutile. Bruciare delle risorse per ricavare solo una irrisoria quantità di energia è già oggi follia! Ci viene imposto tuttavia questo sistema dal quale è difficile liberarsi; non perchè impossibile, ma in quanto azione che risulta spesso in molti paesi praticamente illegale. Se io volessi ad esempio utilizzare dell’olio vegetale per alimentare il motore diesel della mia automobile, incorrerei in un reato penale perseguibile nella maggior parte dei paesi Europei, eppure la mia azione è puramente indirizzata al risparmio e soprattutto ad un impatto ecologico più conveniente e quindi meno inquinante. |
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Probabilmente
oggi se volessi costruire una vettura come la MAGNETO
sarei costretto ad esportare la mia idea altrove, al di fuori del territorio
italiano o perfino europeo, dovunque mi sarebbe permesso di sviluppare
una vettura del genere e forse in numero molto limitato o addirittura
unicamente ad uso personale per scopo sperimentale con vincoli legali
e commerciali. Difficilmente sarei capace di affrontare la produzione industriale poiché l’economia legata agli idrocarburi impone violentemente le proprie regole di mercato, legate alla produzione di questa controproducente fonte energetica. Siamo ormai schiavi di banche e petrolieri che non solo delineano la nostra vita come bestie di allevamento ma rallentano il corso tecnologico della nostra civiltà, che già da ora disporrebbe di risorse interessanti per poter migliorare la nostra vita e non solo relativamente ai trasporti, ma in moltissimi altri settori. La tecnologia è oggi legata come in una rete interconessa sempre più complessa, soprattutto tra settori diversificati tra loro, e non si può prescindere questo fattore per lo sviluppo futuro di idee e di economie. |
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Gino
d'Ignazio Gizio Febbraio 2008 |